venerdì 4 marzo 2011

I tabù del centrosinistra alessandrino

di Filippo Boatti


Mi sembra di capire che ad Alessandria non si voglia seriamente parlare di raccolta differenziata porta a porta e di ZTL (cioè quei due provvedimenti giusti e all'onor del mondo della precedente giunta di centrosinistra che l'attuale amministrazione di centrodestra ha smantellato senza logica e senza ritegno). E anche di altre questioni importanti ma per ragioni di buona economia mentale mi soffermo su queste due. Nel centrosinistra alessandrino è sceso il tabù su alcuni argomenti, una specie di maledizione del faraone. Non solo non devi parlare di queste faccende (porta a porta e ZTL), ma non devi nemmeno nominare chi le ha messe in atto (bene o male è un altro discorso ma si può fare laicamente senza paure ancestrali). Indice del fatto che il nocciolo duro del PD alessandrino è ancora profondamente (e tristemente) stalinista: quando uno della “cerchia ristretta” cade in disgrazia (anche per sua colpa, non ne dubito) viene cancellato dalle foto come il compagno Trozki. La risposta standard che ti danno alcuni amici nel centrosinistra è che le elezioni così le abbiamo perse: col porta a porta e con la ZTL. Ma noi non possiamo presentarci agli elettori con un programma uguale a quello di Fabbio, abbiate pazienza, o solo con qualche lieve differenza. Un centrosinistra uguale al centrodestra solo un po' più educato (e maledettamente farraginoso e burocratico, distante dai cittadini, con un'idea elitaria e non partecipativa della politica). Dobbiamo, per rivolgerci agli alessandrini, proporre un programma alternativo a quello di Fabbio e del centrodestra, altrimenti non si capisce a cosa serve l'alternanza democratica, se non a proporre ipotesi di governo cittadino alternative fra di loro, in modo che agli alessandrini sia consentita una vera possibilità di scelta. Sento dire che così si perde. Invece proponendo le stesse cose di Fabbio, si vince? Molto più probabile che fra l'originale e la copia, gli elettori a buon diritto scelgano l'originale.
Invece di spaventarci delle nostre stesse idee, che poi estreme non sono visto che anche a Novara, amministrazione leghista sotto l'ala di Cota, sono traquillamente ed efficacemente messe in pratica, sarebbe bene avviare per tempo una riflessione su ciò che non ha funzionato nella loro applicazione qui a livello locale. E' stata sbagliata certamente la tempistica, con una ZTL troppo a lungo rinviata e messa in atto solo all'ultimo momento.
Ed è stato sbagliato non credere fino in fondo nella raccolta differenziata porta a porta come vero e proprio salto di civiltà del tessuto civico. Smantellata dal centrodestra per furore ideologico e con l'ombra di determinate lobby economiche per cui i rifiuti da bruciare sono un business e non l'ultimo anello di una catena che prevede il risparmio, il riuso, il riciclo come fasi preliminari e decisive.
Quindi questi e non altri sono gli errori: la tempistica, la mancata convinzione. E poi la superficialità con cui si è consumato il rapporto coi cittadini. Certo che non si può dire agli elettori che sono loro che non capiscono, ovvio, ma ripeto, parlare del passato recente non vuol dire salvarlo in modo acritico ma analizzarlo laicamente. Brutta situazione quando invece si arriva alla rimozione freudiana, come se non parlando del recente passato lo si potesse esorcizzare. Non si può rinunciare a elaborare idee nuove e avanzate (è questo il compito della sinistra) anche se al principio possono apparire strane e inapplicabili ai più. Ai cittadini bisogna proporre un programma di città sostenibile, di sinistra e assieme civico e in grado di rivolgersi a tutti, ma in tutto alternativo a quello di Fabbio. E non calandolo dall'alto ma partendo da idee forti, per discuterle ed elaborarle assieme ai cittadini, con assemblee pubbliche e consultazioni, e con tutti i meccanismi partecipativi che ci possono venire in mente.
Certo c'è la grave questione dell'immane debito del Comune. Non si possono promettere mari e monti. D'accordo. Bisognerà partire con piccole cose. Giusto. Ma allora diciamo che si possono concordare degli step, graduali, di buone pratiche amministrative che portino all'obiettivo finale, senza perdere di vista la necessità di buona amministrazione e di risanamento di bilancio. E lo si può fare con trasparenza a assieme ai cittadini, se lo si vuole.
Non si tratta di riproporre un programma che ha portato alla sconfitta: si tratta di dire che non è vero che è il programma che ha portato alla sconfitta ma la sua poco entuasiasta messa in atto, fra mille freni e mille paure. Di riproporre una visione progettuale per questa città che in realtà è l'unica possibile: una città sostenibile e a misura di donna, di uomo, di bambino. Le trasformazioni profonde hanno bisogno di grande impegno e di partecipazione. Con la scomparsa dei cassonetti dalle strade si era raggiunto un livello di civiltà che prima ad Alessandria non c'era. Una città più pulita, bella e decorosa, più attenta all'ambiente e al bene di tutti. Si è voluto tornare indietro, si tratta di una regressione a un livello di civiltà inferiore e non di una scelta amministrativa come un'altra, e in quanto tale e senza ambiguità andava e va denunciata. Se le cose continuano così, bisognerà lavorare a un centrosinistra serio e alternativo, con chi ci sta.

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