lunedì 29 agosto 2011

giovedì 1 settembre - IL "CASO TEATRO"

CULTURA IN ALESSANDRIA - IL CASO TEATRO
chiuso per amianto... ma non solo!

giovedì 1 settembre alle ore 21.00
Circoscrizione Europista - Via Wagner ang. C.so XX Settembre, Alessandria
INCONTRO PUBBLICO ORGANIZZATO DA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Relatore dott. FRANCO FERRARI già Direttore del Teatro Comunale Alessandrino

Introduce Pier Luigi Cavalchini - responsabile forum Cultura SEL Alessandria

Poche e mal presentate le occasioni culturali di qualità in Alessandria. un sistema museale perennemente in costruzione, poca programmazione e scarso coordinamento fra i vari punti di vista e le raccolte (quelle visibili almeno). Un Museo Civico chiusa da almeno trent’anni, solo parzialmente sostituito da proposte limitate, anche se interessanti.
Il Teatro Comunale Alessandrino, importante punto di riferimento per decenni della vita culturale locale è l’ultimo a pagare un degrado a cui pochi, purtroppo, sembrano far caso. Le vicende che hanno portato alla chiusura dei vari servizi e a portare, addirittura,  ad ipotesi di definitiva conclusione di una storia significativa, ci portano a fare – con tutta la cittadinanza – il punto della situazione, in tutti i suoi aspetti, culturali, sociali, amministrativi e giudiziari.
Pertanto il presente è rivolto, con forza, a tutti coloro i quali hanno a cuore il futuro della cultura in città e desiderano avere un’occasione in più per confrontare idee e proposte.Poche e mal presentate le occasioni culturali di qualità in Alessandria. Un sistema museale perennemente in costruzione, poca promozione e scarso coordinamento fra i vari punti visita e le raccolte (quelle poche visibili). Un Museo Civico chiuso da circa trent'anni solo parzialmente sostituito da proposte limitate, anche se interessanti.

Sinistra Ecologia Libertà - Alessandria

29 agosto 2011

Sciopero generale: in piazza per difendere il futuro di tutti


La cura del bene comune e la logica del saccheggio 
Anche nella nostra Provincia Sinistra Ecologia e Libertà parteciperà attivamente e con convinzione allo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il prossimo 6 settembre. Il nostro partito si farà promotore delle ragioni di tale scelta e promuoverà la massima partecipazione avverso una manovra finanziaria che sempre più manifestamente si configura come una macelleria sociale disperata e distruttiva.
Ci auguriamo anzi che lo sciopero del 6 settembre oltre che generale sia anche generalizzato, e coinvolga cioè non solo quei titolari di contratto che si asterranno dalla giornata di lavoro, ma anche le centinaia di migliaia di disoccupati, precari e lavoratori in nero ai quali questo Governo sta togliendo ogni speranza per il futuro.
Scendiamo in piazza tutti per manifestare la nostra protesta a tagli iniqui e crudeli, che come sempre, colpiscono i più deboli e salvaguardano gli speculatori, i furbi e gli evasori.
Sinistra Ecologia Libertà - Federazione di Alessandria

mercoledì 24 agosto 2011

[DOSSIER RIFIUTI] COME FABBIO E BOCCHIO HANNO DEMOLITO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ALESSANDRIA


di SEL ALESSANDRIA

La comunicazione dello scorso luglio 2011 da parte del Presidente dell'Amiu, Piercarlo Bocchio, circa la decisione di smantellare definitivamente la modalità “porta a porta” nella raccolta dei rifiuti urbani cerca ancora una volta di spostare sul piano ideologico la difesa di una decisione che è indifendibile nei numeri e nella logica.
La ragione per cui la Giunta Fabbio ha deciso inopinatamente di abbattere il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti non sta certamente nella ricerca di riduzione dei costi ma risponde a logiche di “pagamento di cambiali” elettorali ed a scelte ideologiche espresse tra l’altro in netta controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza delle Amministrazioni Locali anche governate dal Centro Destra in Regione Piemonte, nel Nord del Paese e financo nell’Italia intera.
E’ infatti noto a Bocchio, anche se omette volontariamente di citarlo, che l’intera Regione Piemonte, intesa come singole Amministrazioni Comunali, come Autorità d’Ambito, come Provincie, ovvero tutti i soggetti deputati alla pianificazione del ciclo dei rifiuti, sono sempre più orientati alla raccolta domiciliare dei rifiuti ritenendo tale metodo, sulla base di valutazioni scientifiche che a Bocchio non è agevole comprendere, l’unico in grado di assicurare il raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata imposti dalla legge.
Oltre alla oramai famosa Città di Novara, citazione che non piace al centro destra locale, anche l’intera Provincia di Vercelli, compreso il Capoluogo, sta passando al famigerato porta a porta dopo che la stessa scelta è stata fatta da tutte le Provincie e le Città Piemontesi: tutti stupidi e solo nella Giunta Alessandrina i più intelligenti? Difficile da credere anche per Bocchio che per mestiere deve difendere l’indifendibile.
Ma a questa Giunta tra l’altro la legge interessa poco, tanto che, in assoluto spregio agli obblighi del Codice dell’Ambiente (art. 182 del D. Lgs 152/2006) che impone l’obbligo, per la raccolta dei rifiuti organici, di utilizzare sacchetti compostabili certificati, una delle “trovate” del Bocchio cumulativo (quello per intenderci Presidente e Direttore da tutte le parti) fu quella di dichiarare che non sarebbero più stati forniti i sacchetti biodegradabili e che si poteva utilizzare qualsiasi sacchetto perché “l’impianto ARAL è munito di rompisacchi” come se questa meraviglia tecnologica fosse l’unica in Italia (tutti gli impianti ne sono dotati) e se questo bastasse a dribblare la Legge!
Altre due scempiaggini tra le molte contenute nel comunicato: i costi ed il calo delle percentuali di raccolta differenziata.
Sui costi è stata a suo tempo illuminante l’audizione del Bocchio Presidente/Direttore in Commissione Ambiente quando ha candidamente ammesso che - se fosse proseguita la raccolta domiciliare - ARAL (la società che gestisce le discariche, di cui è ovviamente Presidente e Direttore) avrebbe portato i libri in Tribunale perché sarebbero mancati i rifiuti da smaltire in discarica o da far girare in impianti nati già vecchi. Ragion per cui ad AMIU è stato “caricato” il maggior costo della raccolta senza che potesse beneficiare dei minori costi di smaltimento come invece avviene in tutto il mondo civilizzato e non. Chiaro che i conti non tornano: anche i bambini sanno che i maggiori costi originati dalla raccolta domiciliare sono ampiamente recuperati dai minori costi di smaltimento (Novara ha ridotto il costo COMPLESSIVO di 1,2 milioni di euro/anno ed ha ridotto la TARSU/TARIFFA) ma se questo non può avvenire per non “disturbare” i costi di ARAL e gli investimenti poco accorti fatti dalla stessa Società, è evidente che AMIU va in sofferenza!
Ma la scelta della Giunta Fabbio è stata chiara e scellerata: affossare AMIU per poi privatizzarla (magari a favore dei soliti noti) ed invece rimpolpare ARAL, alla faccia degli obblighi di legge, della tutela dell’ambiente del recupero di risorse: contano i danè!
Che poi i conti non tornano comunque, anzi il buon Bocchio finge di dimenticare che è stato presentato, alla Commissione che presiede, ed approvato da questa maggioranza, il Piano Economico Finanziario triennale per il calcolo della TARIFFA da far pagare agli alessandrini e questo piano prevede una crescita smisurata dei costi di AMIU che passano da € 8.003.871 del 2008 (anno del famigerato buco addebitato alla precedente gestione di AMIU) a € 11.449.627 previsti per il 2012, cioè dopo aver smantellato la raccolta domiciliare: dove sono i risparmi visto che lo stesso documento della Amministrazione (pag. 25) prevede un aumento dei costi di AMIU per 3,5 milioni di Euro?
E dov’è il risparmio complessivo dell’intero sistema visto che il costo totale della gestione del ciclo dei rifiuti (raccolta più smaltimento) passa da 15,2 milioni del 2008 a 20 milioni nel 2012?
E come mai se la raccolta differenziata si può fare con gli stessi risultati anche rimettendo per strada quella marea di contenitori con cui stanno invadendo la Città, il costo di smaltimento (cioè la quota che intasca ARAL) passa nel periodo 2009 – 2012 da 4.852.692 a 5.373.290 Euro?
E dopo che Bocchio ci ha spiegato che nel porta a porta abbiamo una media di 4 operatori al giorno mentre con i cassonetti stradali scendiamo a solo 2 autisti, come mai non si riducono i costi e cosa si intende fare del personale che sarebbe evidentemente in “esubero”?
Tutti argomenti che Bocchio non si sogna nemmeno di affrontare perché sa che i numeri sono numeri e non sempre si riesce, come con il Bilancio del Comune, a truccarli, soprattutto quando si tratta di lavoratori e non di astratti capitoli di bilancio.
Finalmente ammette che la percentuale di raccolta differenziata è calata, anche se continua a giocare con i numeri: siamo oramai ben al di sotto del 48% strombazzato e lo dimostra non l’opposizione ma l’Osservatorio Provinciale Rifiuti ed il sistema Regionale di controllo e contabilizzazione dei flussi.
Bella forza: dopo anni che questa Giunta fa di tutto per demolire la raccolta differenziata è inevitabile che ci sia stato un calo e purtroppo non è finita qui: continuate nel forsennato disegno di rimettere i cassonetti in strada e poi confronteremo i risultati ed i cittadini capiranno che oltre agli aumenti della Tariffa già programmati dovranno pagare anche le sanzioni previste dalla legge nazionale e regionale.
Per la cronaca poi va ricordato a Bocchio che sin quando il sistema di conferimento delle raccolte differenziate è stato gestito da AMIU tutti i Consorzi di Filiera hanno pagato i corrispettivi più alti perché ad ogni analisi il materiale è risultato in prima fascia, cioè con meno del 6% di impurità, tanto che nel 2007 AMIU ha incassato oltre 1,2 milioni di euro dalla cessione di plastica, carta, vetro, metallo.
Ora che anche questa parte della gestione è passata ad ARAL l’impurità della plastica passa al 43%, come mai? Serve forse ad alimentare l’impianto di produzione del CDR?
Un’ultima osservazione: questa Giunta e questa Direzione di AMIU sarà chiamata a rispondere della scellerata scelta di SVENDERE contenitori ed automezzi di raccolta ancora perfettamente funzionanti e non completamente ammortizzati per cambiare, mossi da inconsulto furore ideologico, un sistema che aveva ampiamente dimostrato di funzionare e di essere stato capito, accolto, condiviso dai cittadini.

Sinistra Ecologia Libertà - Circolo di Alessandria

martedì 23 agosto 2011

Miracolo ad Alessandria, il Comune elimina l'inquinamento dell'aria urbana


Il Comune di Alessandria ha iniziato interventi strutturali per ridurre l’inquinamento urbano. Si tratta di un investimento di ben 750.000 euro: investimento oneroso per le casse del Comune notoriamente in sofferenza. Oneroso ma encomiabile: sono necessari interventi di tal tipo, non episodici per migliorare permanentemente la qualità dell’aria che respiriamo. Ho appreso tale notizia dalla Stampa del 13 luglio: capeggiava nella prima pagina della cronaca locale con il titolo “Pavimento antismog: le lastre che mangiano le PM10. Devo dire che già il titolo era sospetto. Il contenuto dello stesso “sorprendente”. Si riporta il contenuto di una conferenza stampa di presentazione dell'intervento. Il Sindaco di Alessandria, il Presidente di AMAG, l’architetto Borroni di Italcementi affermano in sintesi che la nuova pavimentazione che rivestirà varie vie di Alessandria (via Rattazzi, Piacenza, Modena etc) e piazza Matteotti per 9500 m2 totali, è in grado secondo prove di laboratorio di ridurre l’inquinamento del 75%. Tutto ciò grazie al fenomeno della fotocatalisi. Prima considerazione: un catalizzatore per svolgere la sua funzione deve interagire con tutta le sostanze da trattare. Così il catalizzatore delle auto, detto marmitta catalica, è posto sullo scarico delle stesse ed è attraversato dalla totalità dei gas da trattare. Ed oltretutto tali gas devono essere in opportune concentrazioni controllate da sofisticati sistemi elettronici. E non trasformano “le sostanze organiche ed inorganiche nocive in composti innocui” come riportato nell'articolo, ma solo CO, HC ed NOx. Nulla possono sulle PM10. Ben altro purtroppo è necessario per ridurre l’inquinamento atmosferico dei centri urbani. Ed infatti l’Italcementi dichiara nel comunicato stampa di presentazione di avere messo a punto il TX active, base del pavimento antismog, per evitare l’annerimento progressivo delle superfici di edifici urbani. E la prima applicazione,udite alessandrini udite, è stata fatta sulle superfici esterne della chiesa “Dives in Misericordia” di Roma su richiesta dell’architetto Meier. Ma questo Meier proprio ci perseguita! Sarà stato lui a suggerire al sindaco di Alessandria oltre all’infausta idea del nuovo ponte da decine di milioni di euro anche quella della miracolosa pavimentazione da 750.000 euro?


Claudio Lombardi
(Forum programmatico SEL)

mercoledì 17 agosto 2011

Caro Sindaco: che discutibile, ingannevole manifesto!


Egregio Signor Sindaco, come Lei ben sa la competizione politica, per quello che può permettere oggi con le restrizioni di spesa in atto ed una progressiva marginalizzazione dell’attività amministrativa, non sempre consente una corretta competizione di idee e strategie e, quindi, ciò che stiamo per dirLe, sarà giusto un esercizio retorico. Ma vogliamo comunque superare lo steccato e provare, una volta, a vedere se è possibile ragionare, oppure se bisognerà, come sempre, discutere da posizioni schematiche e/o strumentali.
Molto semplicemente non ci è piaciuto il manifesto che Lei, o i suoi collaboratori, ha / avete concepito quasi per celebrare i due anni dell’abbattimento dello storico ponte della Cittadella. Mettere in evidenza solo un'arcata più o meno ostruita da alberi (a sinistra nel manifesto), una placida visione del fiume con acqua cheta che digrada verso valle (al centro) e a destra i tubi in pressofusione, peraltro già visti in altre località (a destra), come simbolo di modernità, ci fanno supporre un prevalere dei suoi collaboratori rispetto al suo modo di sentire, solitamente non grezzo. Anche la vaga citazione cinematografica “Ieri, oggi, domani” ci pare fuoriluogo, in quanto – con la situazione di rischio non mutata dall’ingente spesa prevista per il nuovo ponte – sarebbe più appropriata un'inedita combinazione “Ieri, oggi, ieri” con l’aggravante dell’inganno dei cittadini. Pensa che non sia così? Liberissimo. Non coinvolga, però, un'intera cittadinanza in un'allucinazione collettiva che porterà ad identificare l’avvenuta sicurezza dalle alluvioni con un pontone in ferro, perennemente in manutenzione, carissimo per spese varie e ritardi e assolutamente non in linea con la storica Cittadella del 1728, uno dei pochi resti per ora sottratti alla barbarie distruttiva locale. Come Lei sa l'elenco è lungo: dalla Cattedrale duecentesca, alle varie chiese storiche distrutte, dalle mura, alle porte monumentali, per giungere fino alla Borsalino e a vari scempi pseudo-urbanistici operati in una città che avrebbe dovuto avere un centro omogeneo e ben conservato da poter vivere, ma anche da poter fieramente presentare ai visitatori esterni.
Risultato: l'ennesimo scempio perpetrato, e il mancato raggiungimento dell'obiettivo più importante, mettere davvero la città in sicurezza dalle alluvioni.

Cordialmente,
Sinistra Ecologia Libertà - Alessandria
17/8/2011

lunedì 1 agosto 2011

COMUNI RICICLONI: LIMITI E PARADOSSI DELLA GESTIONE RIFIUTI IN PROVINCIA



di Renzo Penna (SEL)

La recente premiazione promossa da Legambiente dei comuni “ricicloni” - riferita ai risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti urbani del 2010 e in attesa dei dati ufficiali della Regione Piemonte - ci permette alcune prime considerazioni sullo stato della raccolta nella provincia di Alessandria. Per essere riconosciuti “ricicloni” i comuni devono aver superato lo scorso anno il 60% di raccolta differenziata, un limite che la Legge (Finanziaria 2007) impone per il 2011, mentre per gli anni 2009/2010 prevede “solo” il 50 per cento.
Un obiettivo, quello posto dall’Associazione, raggiunto da 1290 comuni per un totale di 8 milioni 136.837 abitanti, pari al 13,4% della popolazione italiana, con una netta prevalenza delle regioni del nord nei confronti di quelle del sud e del centro del paese.1 E nel settentrione sono le regioni del nord-est a prevalere con, nelle prime tre posizioni, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige; seguono la Lombardia, il Piemonte e, un po’ a sorpresa, la Campania, la Sardegna e le Marche.2 Se a questi comuni virtuosi si aggiungono i 448 che hanno superato il 50% di raccolta differenziata si arriva ad una quota di 1738 enti locali in regola con la legge dello Stato.

La classifica di Legambiente è particolarmente rigorosa in quanto, in coerenza con la normativa comunitaria e nazionale, valuta la buona gestione dei rifiuti considerando non solo la percentuale di raccolta differenziata, ma una serie di altri indici, quali la riduzione della quantità totale dei rifiuti prodotti, la sicurezza dello smaltimento, il sistema tariffario e l’efficacia dei servizi di raccolta.
A quest’ultimo proposito si ritiene, come fatto noto e comprovato, che le raccolte domiciliari per le diverse frazioni dei rifiuti risultano “più efficaci rispetto alle raccolte stradali sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”.3 Così il comune campione in assoluto - Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno - ha una percentuale di raccolta differenziata dell’ 86,4% e un “indice di qualità” di 87,76, mentre il capoluogo di provincia più “riciclone”, Pordenone, nella differenziata raggiunge il 78,1% e ha un indice di qualità pari a 73,59. Nessun capoluogo del centro supera la soglia del 60%, ma Salerno, tra quelli del sud, fa registrare il 70,3% di differenziata e un indice di 67,49 nella qualità della gestione. Nell’area del nord tra i capoluoghi ai primi posti, dopo Pordenone, si trovano Verbania, Belluno, Novara e Asti.4 Con la raccolta differenziata delle sei frazioni di materiali: carta, vetro, plastica, organico, alluminio e metalli e il conseguente riciclo, che si ottiene con una buona gestione del servizio, si riducono, poi, in maniera significativa, le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Di particolare rilievo in questo caso è il contributo dell’alluminio, se si pensa che per ogni chilo di frazione differenziata si hanno 13,08 Kg di CO2 risparmiati. Nella classifica dei singoli comuni “ricicloni” è così possibile conoscere anche il dato relativo alle emissioni climalteranti risparmiate grazie alla raccolta realizzata.5
Nella graduatoria sono assenti le grandi città: Torino - che nei quartieri dove ha attivato il servizio “porta a porta” ha superato il 60%, ma negli altri raggiunge solo il 31 - è quella che si difende meglio con una media del 42%, Milano è ferma al 35% circa, per non parlare di Roma e Napoli…

La situazione in provincia: i Consorzi dell’alessandrino e del casalese
Per quanto riguarda il contesto provinciale si raccolgono i frutti delle scelte avviate tra il 2005 e il 2008 dai Consorzi dell’alessandrino e del casalese. I quali, sulla spinta dei risultati conseguiti dal comune di Alessandria attraverso la metodologia del “porta a porta”, hanno esteso e adattano alle diverse caratteristiche del territorio la raccolta domiciliare a tutti i comuni.
Unica eccezione il comune di Valenza che, per l’estesa presenza di attività artigianali nei condomini, sceglie di adottare per il centro della città un sistema di raccolta differenziata basato sulle postazioni fisse e interrate. Così nel 2010 sui 32 comuni che appartengono al Consorzio dell’alessandrino in 30 superano i requisiti previsti dalla legge, ma 28 sono oltre il 60% e, tra questi, 19 raggiungono e superano la percentuale del 65.6 Dati che confermano e migliorano l’andamento dei due anni precedenti. La gestione della raccolta è di AMV per sette comuni, compreso Valenza, e di AMIU per venticinque, con Alessandria.
Qui l’elemento negativo è rappresentato dal capoluogo che, dopo aver superato, in anticipo sulla legge, il 50% nel 2007 e 2008 ed essere entrato nel novero dei “ricicloni”, torna, dopo aver sospeso e contestato il porta-a-porta, per il secondo anno consecutivo, sotto la percentuale del 50. Una situazione che è destinata a peggiorare per la decisione illogica, irrazionale e regressiva della Giunta di Alessandria di riportare - unico caso in Italia - i contenitori nelle strade. Con la sola esclusione del centro. Utilizzando, poi, cassoni monumentali i quali, oltre ad occupare prezioso spazio pubblico, favoriranno l’aumento della produzione dei rifiuti, la riduzione percentuale e qualitativa della differenziata e renderanno impossibile la gestione della tariffa puntuale, che premia i cittadini in base alla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti. Un vero disastro!

Nel Consorzio casalese sono sette i comuni che superano la soglia del 60%. Due di questi, Olivola, premiato come comune “riciclone più piccolo” d’Italia e Bozzole superano il 65%. Altri ventiquattro raggiungono il limite di legge del 50 e tra questi figura Casale Monferrato.L’unico centro zona della provincia a conseguire questo risultato. Dodici sono i comuni ancora sotto l’obbligo di legge. Tra il 2007 al 2009 il territorio casalese è quello che in provincia ha realizzato le migliori prestazioni. La percentuale di raccolta differenziata della città di Casale Monferrato passa dal 27,1 al 53,4% (+26,3%), e diviene in assoluto la più alta tra i comuni centro zona, mentre la produzione annua di rifiuti scende da 619 a 517 chili a persona. Fa ancora meglio il Consorzio che nella differenziata cresce dal 30,6 al 54,8% superando di cinque punti quello alessandrino. E nella quantità di rifiuti prodotti cala da 573 a 468 chili (-105). Ben al di sotto della media provinciale (553) e, anche, di quella regionale, riducendo i rifiuti totali di quasi 8 mila tonnellate (7762). Con il conseguente obiettivo di ottenere una forte diminuzione dei conferimenti nella discarica consortile.

Nella primavera del 2009 con il rinnovo dell’Amministrazione di Casale sono cambiati i responsabili del Consorzio e della società Cosmo che gestisce la raccolta e la discarica. E, nei mesi seguenti, si è manifestata l’intenzione del nuovo sindaco di “rivoluzionare la raccolta differenziata” e di ricorrere a isole interrate per “ridurre il porta-a-porta e contenere i costi”.
In generale la gestione dei rifiuti, oltre ad essere tra i servizi, quello su cui più si discute e si polemizza è anche quello che, più di altri, avrebbe bisogno di una continuità negli indirizzi e nelle politiche. Specie quando queste sono state profondamente innovate ed hanno dimostrato di funzionare. Per questo mi domando se i nuovi amministratori conoscono i risultati sopra riportati e l’impegno che è stato necessario, in primo luogo da parte dei cittadini, per raggiungerli. E se non farebbero meglio a completare ed ulteriormente migliorare il servizio al posto di stravolgerlo.

La situazione di novese, tortonese, acquese ed ovadese
Per questa ampia parte della provincia che conta 115 comuni - divisi tra la Valle Scrivia, l’ovadese, l’acquese e le due Comunità Montane - sono decisamente poche le buone notizie offerte dalla classifica di Legambiente.
Sono solo due i comuni, entrambi del tortonese (Alzano Scrivia e Guazzora), che superano il 60% mentre altri due il 50% evitando le sanzioni( Casasco e Castellazzo Bormida). Naturalmente occorrerà attendere i dati ufficiali della Regione, ma risulta già evidente che l’azione portata avanti per riorganizzare e ridurre il numero delle aziende che si occupano del servizio risulta ancora insufficiente,7 così come le modalità adottate per la raccolta presentano dei seri limiti.
Come dimostrato dall’esperienza dell’alessandrino e del casalese la raccolta domiciliare di solo due frazioni: organico e indifferenziato con il resto dei materiali conferito dai cittadini nelle “isole ecologiche”, funziona, e bene, nei piccoli comuni, ma non permette di raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalla legge quando gli abitanti superano le migliaia.
Così se dopo il 2007 anche in questa parte di provincia la percentuale della differenziata è costantemente cresciuta il permanere dei contenitori sulle strade per carta, plastica, vetro e metalli non ha permesso di raggiungere e superare la soglia del 50%. Così, per rimanere ai centri zona, nel 2009 Novi Ligure arriva al 47,9%, Tortona al 49,4 (con una produzione annua di oltre 200 chili superiore alla media provinciale!), Acqui al 45,2 e Ovada al 40,6.
Percentuali, come dimostra l’andamento del 2010 e dei primi mesi dell’anno in corso, difficili da migliorare e, in alcuni casi, da confermare con gli attuali sistemi di raccolta e che condannano alle sanzioni per il ieri e il domani la quasi totalità dei comuni del Consorzio.
In particolare, poi, in questo Comprensorio a influire sulle modalità di gestione adottata, limitando l’estensione della raccolta domiciliare ai diversi materiali e la stessa promozione del compostaggio domestico, è stata una ricorrente aspettativa sul possibile avvento salvifico dell’inceneritore risolutore di tutti i problemi. Aspettativa periodicamente alimentata dagli stessi amministratori delle aziende impegnate nella raccolta differenziata.

Per la provincia una prospettiva di regressione
In conclusione il quadro provinciale che scaturisce dalla premiazione dei comuni “ricicloni” vede che dove - alessandrino e casalese - nella gestione dei rifiuti urbani, si è adottato con convinzione e competenze un indirizzo di innovazione legato alla filiera del riciclo, del recupero dei materiali, del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni climalteranti, i risultati, in termini di riduzione della produzione dei rifiuti, quantità e qualità della differenziata, sono stati eccellenti. Ma, paradossalmente, il cambio delle Amministrazioni di Alessandria, Casale Monferrato e Valenza sta mettendo in discussione quelle modalità che hanno dimostrato di funzionare egregiamente con la prospettiva certa di peggiorare le prestazioni raggiunte anche grazie alla partecipazione e al senso civico di tanti cittadini.
Mentre dove - Valle Scrivia, ovadese e acquese - le modalità di raccolta e gestione, previste e indicate anche nel Piano provinciale dei rifiuti del 2007, non sono state pienamente e con convinzione adottate, i risultati sono insufficienti e non bastano le ricorrenti campagne di informazione o le minacce di più severi controlli a migliorare gli indici della raccolta. Qui, se mai, occorrerebbe adottare servizi più efficaci gestiti da strutture più efficienti.
Quello che si prospetta in questo delicato settore per la provincia di Alessandria è il triste ritorno a una posizione di coda nella regione ora che anche Vercelli, da sempre l’ultima nella graduatoria della differenziata tra le Province del Piemonte, ha deciso di adottare le modalità del porta-a-porta. Per arrestare questo mediocre prospettiva sarebbe necessario e auspicabile uno scatto e una assunzione di responsabilità da parte di chi amministra, con la scelta chiara di un indirizzo di innovazione e qualità.
Ma questo è, o dovrebbe essere, il compito della politica.

Alessandria, 31 luglio 2011
1 Nord 1138 (87,83%), Centro 39 (3,02%), Sud 118 (9,15%).
2 Veneto 381 (65,6%), Friuli Venezia Giulia 75 (34,2%), Trentino Alto Adige 96 (28,3%), Lombardia 331 (21,4%), Piemonte 226 (18,7%), Campania 60 (10,9%), Sardegna 37 (9,8%), Marche 21 (8,5%).
3 www.legambiente.it dossier “Comuni Ricicloni” 2011.
4 Verbania 71,1%, indice di qualità: 71,79; Belluno 64,5%, i.q.: 65,34; Novara 71,5%, i.q.: 62,93; Asti 61,4%, i.q.: 57,92:
5 Carta 0,97 Kg di CO2 risparmiati per ogni Kg; Plastica 1,55 Kg di CO2 per ogni Kg; Metallo 1,86Kg di CO2 per ogni Kg; Vetro 0,28 Kg di CO2 per ogni Kg; Organico 0,21 Kg di CO2 per ogni Kg.
6 Pietra Marazzi 75%; Bassignana 76,3; Lu Monferrato 81,4; Castelletto Monferrato 77,2; Gamalero 70,4; Bergamasco 70,9; Piovera 75; Fubine 70,6; Castelspina 74,3; Oviglio 68,1; Felizzano 70,5; Masio 66,8; Quattordio 72,4; Conzano 66,7; Pecetto di Valenza 72; Solero 68,8; Frufarolo 67; Rivarone 65; Montecastello 65,4. I comuni sono in ordine secondo la classifica di Legambiente che premia i “ricicloni” in base ad un “indice di qualità”.
7 Le società che operano nel Consorzio CSR: ACOS ambiente nei comuni del novese; ASMT nel tortonese, ECONET nell’ovadese e acquese, 5 VALLI nelle Comunità Montane.