lunedì 1 agosto 2011

COMUNI RICICLONI: LIMITI E PARADOSSI DELLA GESTIONE RIFIUTI IN PROVINCIA



di Renzo Penna (SEL)

La recente premiazione promossa da Legambiente dei comuni “ricicloni” - riferita ai risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti urbani del 2010 e in attesa dei dati ufficiali della Regione Piemonte - ci permette alcune prime considerazioni sullo stato della raccolta nella provincia di Alessandria. Per essere riconosciuti “ricicloni” i comuni devono aver superato lo scorso anno il 60% di raccolta differenziata, un limite che la Legge (Finanziaria 2007) impone per il 2011, mentre per gli anni 2009/2010 prevede “solo” il 50 per cento.
Un obiettivo, quello posto dall’Associazione, raggiunto da 1290 comuni per un totale di 8 milioni 136.837 abitanti, pari al 13,4% della popolazione italiana, con una netta prevalenza delle regioni del nord nei confronti di quelle del sud e del centro del paese.1 E nel settentrione sono le regioni del nord-est a prevalere con, nelle prime tre posizioni, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige; seguono la Lombardia, il Piemonte e, un po’ a sorpresa, la Campania, la Sardegna e le Marche.2 Se a questi comuni virtuosi si aggiungono i 448 che hanno superato il 50% di raccolta differenziata si arriva ad una quota di 1738 enti locali in regola con la legge dello Stato.

La classifica di Legambiente è particolarmente rigorosa in quanto, in coerenza con la normativa comunitaria e nazionale, valuta la buona gestione dei rifiuti considerando non solo la percentuale di raccolta differenziata, ma una serie di altri indici, quali la riduzione della quantità totale dei rifiuti prodotti, la sicurezza dello smaltimento, il sistema tariffario e l’efficacia dei servizi di raccolta.
A quest’ultimo proposito si ritiene, come fatto noto e comprovato, che le raccolte domiciliari per le diverse frazioni dei rifiuti risultano “più efficaci rispetto alle raccolte stradali sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”.3 Così il comune campione in assoluto - Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno - ha una percentuale di raccolta differenziata dell’ 86,4% e un “indice di qualità” di 87,76, mentre il capoluogo di provincia più “riciclone”, Pordenone, nella differenziata raggiunge il 78,1% e ha un indice di qualità pari a 73,59. Nessun capoluogo del centro supera la soglia del 60%, ma Salerno, tra quelli del sud, fa registrare il 70,3% di differenziata e un indice di 67,49 nella qualità della gestione. Nell’area del nord tra i capoluoghi ai primi posti, dopo Pordenone, si trovano Verbania, Belluno, Novara e Asti.4 Con la raccolta differenziata delle sei frazioni di materiali: carta, vetro, plastica, organico, alluminio e metalli e il conseguente riciclo, che si ottiene con una buona gestione del servizio, si riducono, poi, in maniera significativa, le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Di particolare rilievo in questo caso è il contributo dell’alluminio, se si pensa che per ogni chilo di frazione differenziata si hanno 13,08 Kg di CO2 risparmiati. Nella classifica dei singoli comuni “ricicloni” è così possibile conoscere anche il dato relativo alle emissioni climalteranti risparmiate grazie alla raccolta realizzata.5
Nella graduatoria sono assenti le grandi città: Torino - che nei quartieri dove ha attivato il servizio “porta a porta” ha superato il 60%, ma negli altri raggiunge solo il 31 - è quella che si difende meglio con una media del 42%, Milano è ferma al 35% circa, per non parlare di Roma e Napoli…

La situazione in provincia: i Consorzi dell’alessandrino e del casalese
Per quanto riguarda il contesto provinciale si raccolgono i frutti delle scelte avviate tra il 2005 e il 2008 dai Consorzi dell’alessandrino e del casalese. I quali, sulla spinta dei risultati conseguiti dal comune di Alessandria attraverso la metodologia del “porta a porta”, hanno esteso e adattano alle diverse caratteristiche del territorio la raccolta domiciliare a tutti i comuni.
Unica eccezione il comune di Valenza che, per l’estesa presenza di attività artigianali nei condomini, sceglie di adottare per il centro della città un sistema di raccolta differenziata basato sulle postazioni fisse e interrate. Così nel 2010 sui 32 comuni che appartengono al Consorzio dell’alessandrino in 30 superano i requisiti previsti dalla legge, ma 28 sono oltre il 60% e, tra questi, 19 raggiungono e superano la percentuale del 65.6 Dati che confermano e migliorano l’andamento dei due anni precedenti. La gestione della raccolta è di AMV per sette comuni, compreso Valenza, e di AMIU per venticinque, con Alessandria.
Qui l’elemento negativo è rappresentato dal capoluogo che, dopo aver superato, in anticipo sulla legge, il 50% nel 2007 e 2008 ed essere entrato nel novero dei “ricicloni”, torna, dopo aver sospeso e contestato il porta-a-porta, per il secondo anno consecutivo, sotto la percentuale del 50. Una situazione che è destinata a peggiorare per la decisione illogica, irrazionale e regressiva della Giunta di Alessandria di riportare - unico caso in Italia - i contenitori nelle strade. Con la sola esclusione del centro. Utilizzando, poi, cassoni monumentali i quali, oltre ad occupare prezioso spazio pubblico, favoriranno l’aumento della produzione dei rifiuti, la riduzione percentuale e qualitativa della differenziata e renderanno impossibile la gestione della tariffa puntuale, che premia i cittadini in base alla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti. Un vero disastro!

Nel Consorzio casalese sono sette i comuni che superano la soglia del 60%. Due di questi, Olivola, premiato come comune “riciclone più piccolo” d’Italia e Bozzole superano il 65%. Altri ventiquattro raggiungono il limite di legge del 50 e tra questi figura Casale Monferrato.L’unico centro zona della provincia a conseguire questo risultato. Dodici sono i comuni ancora sotto l’obbligo di legge. Tra il 2007 al 2009 il territorio casalese è quello che in provincia ha realizzato le migliori prestazioni. La percentuale di raccolta differenziata della città di Casale Monferrato passa dal 27,1 al 53,4% (+26,3%), e diviene in assoluto la più alta tra i comuni centro zona, mentre la produzione annua di rifiuti scende da 619 a 517 chili a persona. Fa ancora meglio il Consorzio che nella differenziata cresce dal 30,6 al 54,8% superando di cinque punti quello alessandrino. E nella quantità di rifiuti prodotti cala da 573 a 468 chili (-105). Ben al di sotto della media provinciale (553) e, anche, di quella regionale, riducendo i rifiuti totali di quasi 8 mila tonnellate (7762). Con il conseguente obiettivo di ottenere una forte diminuzione dei conferimenti nella discarica consortile.

Nella primavera del 2009 con il rinnovo dell’Amministrazione di Casale sono cambiati i responsabili del Consorzio e della società Cosmo che gestisce la raccolta e la discarica. E, nei mesi seguenti, si è manifestata l’intenzione del nuovo sindaco di “rivoluzionare la raccolta differenziata” e di ricorrere a isole interrate per “ridurre il porta-a-porta e contenere i costi”.
In generale la gestione dei rifiuti, oltre ad essere tra i servizi, quello su cui più si discute e si polemizza è anche quello che, più di altri, avrebbe bisogno di una continuità negli indirizzi e nelle politiche. Specie quando queste sono state profondamente innovate ed hanno dimostrato di funzionare. Per questo mi domando se i nuovi amministratori conoscono i risultati sopra riportati e l’impegno che è stato necessario, in primo luogo da parte dei cittadini, per raggiungerli. E se non farebbero meglio a completare ed ulteriormente migliorare il servizio al posto di stravolgerlo.

La situazione di novese, tortonese, acquese ed ovadese
Per questa ampia parte della provincia che conta 115 comuni - divisi tra la Valle Scrivia, l’ovadese, l’acquese e le due Comunità Montane - sono decisamente poche le buone notizie offerte dalla classifica di Legambiente.
Sono solo due i comuni, entrambi del tortonese (Alzano Scrivia e Guazzora), che superano il 60% mentre altri due il 50% evitando le sanzioni( Casasco e Castellazzo Bormida). Naturalmente occorrerà attendere i dati ufficiali della Regione, ma risulta già evidente che l’azione portata avanti per riorganizzare e ridurre il numero delle aziende che si occupano del servizio risulta ancora insufficiente,7 così come le modalità adottate per la raccolta presentano dei seri limiti.
Come dimostrato dall’esperienza dell’alessandrino e del casalese la raccolta domiciliare di solo due frazioni: organico e indifferenziato con il resto dei materiali conferito dai cittadini nelle “isole ecologiche”, funziona, e bene, nei piccoli comuni, ma non permette di raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalla legge quando gli abitanti superano le migliaia.
Così se dopo il 2007 anche in questa parte di provincia la percentuale della differenziata è costantemente cresciuta il permanere dei contenitori sulle strade per carta, plastica, vetro e metalli non ha permesso di raggiungere e superare la soglia del 50%. Così, per rimanere ai centri zona, nel 2009 Novi Ligure arriva al 47,9%, Tortona al 49,4 (con una produzione annua di oltre 200 chili superiore alla media provinciale!), Acqui al 45,2 e Ovada al 40,6.
Percentuali, come dimostra l’andamento del 2010 e dei primi mesi dell’anno in corso, difficili da migliorare e, in alcuni casi, da confermare con gli attuali sistemi di raccolta e che condannano alle sanzioni per il ieri e il domani la quasi totalità dei comuni del Consorzio.
In particolare, poi, in questo Comprensorio a influire sulle modalità di gestione adottata, limitando l’estensione della raccolta domiciliare ai diversi materiali e la stessa promozione del compostaggio domestico, è stata una ricorrente aspettativa sul possibile avvento salvifico dell’inceneritore risolutore di tutti i problemi. Aspettativa periodicamente alimentata dagli stessi amministratori delle aziende impegnate nella raccolta differenziata.

Per la provincia una prospettiva di regressione
In conclusione il quadro provinciale che scaturisce dalla premiazione dei comuni “ricicloni” vede che dove - alessandrino e casalese - nella gestione dei rifiuti urbani, si è adottato con convinzione e competenze un indirizzo di innovazione legato alla filiera del riciclo, del recupero dei materiali, del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni climalteranti, i risultati, in termini di riduzione della produzione dei rifiuti, quantità e qualità della differenziata, sono stati eccellenti. Ma, paradossalmente, il cambio delle Amministrazioni di Alessandria, Casale Monferrato e Valenza sta mettendo in discussione quelle modalità che hanno dimostrato di funzionare egregiamente con la prospettiva certa di peggiorare le prestazioni raggiunte anche grazie alla partecipazione e al senso civico di tanti cittadini.
Mentre dove - Valle Scrivia, ovadese e acquese - le modalità di raccolta e gestione, previste e indicate anche nel Piano provinciale dei rifiuti del 2007, non sono state pienamente e con convinzione adottate, i risultati sono insufficienti e non bastano le ricorrenti campagne di informazione o le minacce di più severi controlli a migliorare gli indici della raccolta. Qui, se mai, occorrerebbe adottare servizi più efficaci gestiti da strutture più efficienti.
Quello che si prospetta in questo delicato settore per la provincia di Alessandria è il triste ritorno a una posizione di coda nella regione ora che anche Vercelli, da sempre l’ultima nella graduatoria della differenziata tra le Province del Piemonte, ha deciso di adottare le modalità del porta-a-porta. Per arrestare questo mediocre prospettiva sarebbe necessario e auspicabile uno scatto e una assunzione di responsabilità da parte di chi amministra, con la scelta chiara di un indirizzo di innovazione e qualità.
Ma questo è, o dovrebbe essere, il compito della politica.

Alessandria, 31 luglio 2011
1 Nord 1138 (87,83%), Centro 39 (3,02%), Sud 118 (9,15%).
2 Veneto 381 (65,6%), Friuli Venezia Giulia 75 (34,2%), Trentino Alto Adige 96 (28,3%), Lombardia 331 (21,4%), Piemonte 226 (18,7%), Campania 60 (10,9%), Sardegna 37 (9,8%), Marche 21 (8,5%).
3 www.legambiente.it dossier “Comuni Ricicloni” 2011.
4 Verbania 71,1%, indice di qualità: 71,79; Belluno 64,5%, i.q.: 65,34; Novara 71,5%, i.q.: 62,93; Asti 61,4%, i.q.: 57,92:
5 Carta 0,97 Kg di CO2 risparmiati per ogni Kg; Plastica 1,55 Kg di CO2 per ogni Kg; Metallo 1,86Kg di CO2 per ogni Kg; Vetro 0,28 Kg di CO2 per ogni Kg; Organico 0,21 Kg di CO2 per ogni Kg.
6 Pietra Marazzi 75%; Bassignana 76,3; Lu Monferrato 81,4; Castelletto Monferrato 77,2; Gamalero 70,4; Bergamasco 70,9; Piovera 75; Fubine 70,6; Castelspina 74,3; Oviglio 68,1; Felizzano 70,5; Masio 66,8; Quattordio 72,4; Conzano 66,7; Pecetto di Valenza 72; Solero 68,8; Frufarolo 67; Rivarone 65; Montecastello 65,4. I comuni sono in ordine secondo la classifica di Legambiente che premia i “ricicloni” in base ad un “indice di qualità”.
7 Le società che operano nel Consorzio CSR: ACOS ambiente nei comuni del novese; ASMT nel tortonese, ECONET nell’ovadese e acquese, 5 VALLI nelle Comunità Montane.


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