lunedì 28 febbraio 2011

Il comizio indecente di Berlusconi contro la scuola pubblica

Cosa c'è di vero nelle affermazioni di Silvio Berlusconi circa l'efficienza della scuola privata? Niente. Da ormai 30 anni vige il paradigma: tutto quello che è pubblico è cattivo, tutto quello che è privato rappresenta l'eccellenza.

Ma in fatto di scuole l'OCSE non la pensa così: un suo studio del 2009 mostra chiaramente come la scuola pubblica italiana sia molto meglio della privata (in media). Proviamo a riassumere: la scuola italiana non è posizionata bene a livello mondiale, ma se dal computo si toglie la scuola privata, la scuola italiana guadagna parecchie posizioni.

O, detto in altri termini, in Italia la scuola pubblica prepara meglio di quella privata, questo a detta di un organismo internazionale e neutro. All'estero, invece, mediamente sono le scuole private ad essere meglio delle pubbliche.

Senza voler scendere nel dettaglio delle cifre, appare interessante fare questa considerazione: dallo studio OCSE, condotto nel 2009, emerge che gli studenti italiani, per le competenze in Lettura, passano dal 36° al 30° posto, nonostante il numero di nazioni partecipanti alla ricerca sia aumentato da 57 a 65, con un punteggio di 486 (media OCSE 493).

Ma se andiamo a guardare i dati della scuola privata, si scopre che i quindicenni delle private hanno un punteggio di 403 in lettura, che li posiziona tra i coetanei montenegrini e quelli tunisini. [a proposito segnaliamo il link: http://crisis.blogosfere.it/2010/12/scuole-private-istruzione-da-terzo-mondo-parola-di-ocse.html]

La cosa sconvolgente è che questo governo non intende migliorare la scuola privata (ad esempio controllando la preparazione dei docenti, delle commissioni di esami, dei programmi svolti, etc.), ma lo fa su due piani diversi: 1) dando più soldi ai privati (in ispecie quelli legati alla Chiesa); 2) sottraendo risorse alla scuola pubblica, così che si generi nelle persone la falsa convinzione che i privati siano meglio.

In effetti l'offerta delle scuole private risponde sempre più spesso ad un bisogno delle famiglie che lavorano, permettendo loro di gestire orari in modo molto più elastico, e seguendo spesso i figli cono orari prolungati, cosa che è stata drasticamente ridotta proprio con la riforma Gelmini nelle scuole pubbliche.

E poiché, come accade dal '94 ad oggi, la politica è sempre più marketing che contenuti, fatta l'opportuna campagna pubblicitaria, c'è il rischio che i cittadini in buona fede ci caschino. Lo stesso schema si sta ripetendo sulla sanità, sull'acqua pubblica, sui servizi in genere, sugli ammortizzatori sociali, etc. Certo sarebbe inutile rivolgere a Berlusconi un appello alla responsabilità verso la scuola pubblica e verso la Res Publica in generale, essendo sempre interessato solo ad una cosa pubblica “ad personam”, utile come ulteriore rafforzamento delle proprietà personali, come mostrano molto chiaramente i recenti bilanci di Mediaset e della Rai (in grande utile il primo, in perdita il secondo).

E' invece utile per spronare il centrosinistra: sarebbe ora che l'opposizione, tutta, senza se e senza ma, esercitasse con meno timidezza il proprio ruolo.


Claudio Andreano - Sinistra Ecologia Libertà Ovada
Filippo Boatti - Sinistra Ecologia Libertà Alessandria

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